Franco FABRIZI
(Cortemaggiore, 15 febbraio 1916 – Cortemaggiore, 18 ottobre 1995) è stato un attore cinematografico italiano.
Attore cinematografico, teatrale e televisivo, impersonò con efficacia il personaggio del rubacuori di provincia, cinico ma affascinante, inaffidabile ma seduttivo, in molti film firmati da registi come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pietro Germi e Luigi Zampa, trovando un equilibrio, sul filo dell’ironia tra accenti comici e drammatici.
Vi è incertezza nelle fonti circa l’anno di nascita, diverse di esse riportano il 1926. Figlio di un barbiere e di una cassiera di cinema, esordì come attore di prosa e di rivista, interpretando un capo indiano nel fotoromanzo Arizona Kid, sul periodico Avventuroso Film. Dopo qualche esperienza cinematografica minore, ottenne la sua prima parte di un certo rilievo in Cronaca di un amore (1950), il primo lungometraggio di Michelangelo Antonioni.
Ma si mise in luce soprattutto interpretando il personaggio di Fausto, il giovane che insidia la moglie dell’antiquario Michele, suo datore di lavoro, ne I vitelloni (1953) di Federico Fellini.
Fabrizi era un attore di bella presenza, una sorta di Cary Grant all’italiana, ma sul grande schermo non ebbe mai l’occasione di interpretare ruoli da primattore salvatore di eroine o smascheratore di intrighi internazionali, perché anche nei film successivi, nei quali pure ricoprì ruoli principali e di co-protagonista, rimase sempre legato al cliché dello sbruffone un po’ vigliacco: il seduttore Gino ne La romana (1954) di Luigi Zampa, l’amico facilone e confusionario in Camilla (1954) di Luciano Emmer, il truffatore Roberto ne Il bidone (1955) di Federico Fellini, l’architetto Cesare ne Le amiche (1955) di Michelangelo Antonioni.
Tra le sue interpretazioni più significative, negli anni sessanta, quella in Una vita difficile (1961) di Dino Risi, ottima spalla di uno strepitoso Alberto Sordi, Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, e Signore & signori (1966) di Pietro Germi.
Dopo un periodo più defilato, nel quale la sua carriera ebbe una pausa e la sua fama conobbe un appannamento, si ricorda la sua ottima interpretazione nel film Ginger e Fred (1986) di Federico Fellini, nei panni di un conduttore televisivo, disinvolto quanto cinico, che tra uno spot e l’altro macina gli ospiti più disparati mentre sullo sfondo due vecchi ballerini di avanspettacolo (Giulietta Masina e Marcello Mastroianni), distanti dalla volgarità della TV commerciale, rivivono con nostalgia l’epopea di un tempo perduto. Muore nel 1995 stroncato da un tumore.