Ettore PETROLINI

Roma, 13 gennaio 1884 – Roma, 29 giugno 1936) è stato un attore, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore italiano, specializzato nel genere comico. È considerato uno dei massimi esponenti di quelle forme di spettacolo a lungo considerate teatro minore, termine con il quale si identificavano il teatro di varietà, la rivista e l’avanspettacolo.

Viene ricordato nello spettacolo l’atteggiamento sbeffeggiante verso la dittatura che portò il grande attore, in occasione della medaglia che Mussolini gli volle conferire, a pronunciare l’immortale ringraziamento: “E io me ne fregio!”. Ettore Petrolini è ricordato per aver creato il dadaista Fortunello. La sua importanza nel panorama del teatro italiano è oggi pienamente riconosciuta. Riassumendo in sé l’attore e l’autore, Petrolini ha inventato un repertorio e una maniera che hanno profondamente influenzato il teatro comico italiano del Novecento.
Anche nel libro Bravo!Grazie!! Petrolini si soffermò sugli anni della gavetta artistica:

Nell’introduzione allo stesso libro Bravo!Grazie!! , descrisse le difficoltà che riscontrò nel rapporto con il pubblico a causa anche di una congiuntura storico-politico-culturale particolare:

Nel 1903, appena diciannovenne, Petrolini incontrò Ines Colapietro, che sarà per molti anni sua compagna di lavoro e di vita, nonché madre dei suoi figli. Ines, che aveva allora solo quindici anni, era stata ingaggiata come cantante dal Gambrinus di Roma, insieme alla sorella Tina. Ettore ed Ines formarono la coppia comica Loris-Petrolini, che si scioglierà, in modo piuttosto traumatico, alla fine dell’estate del 1911.
Nel maggio 1907, a Genova, Ettore Petrolini e Ines Colapietro ottennero una scrittura dall’impresario Charles Séguin per una tournée in Sudamerica. La coppia si esibì in teatri e caffè-concerto in Argentina, Uruguay e Brasile, riscuotendo ovunque grande successo. Mentre Petrolini si trovava a Rio de Janeiro, però, un attacco di appendicite lo costrinse a restare lontano dalle scene per un mese. Dopo un’operazione d’urgenza e un periodo di convalescenza, la sua rentrée fu trionfale: tutti gli artisti del teatro rinunciarono alla paga in suo favore, e in una sola serata Petrolini incassò quattromila lire[4]. Dopo Rio, Petrolini rimase ancora qualche mese in Sud America. Sarebbe ritornato per altre tournée nel 1909 e nel 1911-1912, esibendosi anche in Messico e a Cuba.
Alcuni dei caratteristici numeri comici, nati come semplici macchiette, furono rielaborati da Petrolini che diede loro spessore e consistenza di veri personaggi di commedia. È il caso di Gastone, nato da una macchietta, Il bell’Arturo, inserita nella rivista Venite a sentire del 1915 (scritta da Petrolini in collaborazione con G. Carini), tendente a mettere in ridicolo sia le star del declinante mondo del cinema muto sia i cantanti dell’epoca di Gino Franzi, che poi fu ripreso più volte fino ad diventare il tragicomico protagonista della commedia Gastone del 1924. Un altro personaggio partito da una macchietta — l’Antico romano — e sviluppato successivamente dallo stesso Petrolini era Nerone, parodia allo stesso tempo della retorica imperiale e della recitazione enfatica del “grande attore”.
Tornato dalla fortunata tournée in Sudamerica, Petrolini fu scritturato nel 1910 da Giuseppe Jovinelli per il suo nuovo, elegante teatro di Piazza Guglielmo Pepe, inaugurato nel 1909 con uno spettacolo di Raffaele Viviani. Ottenne un tale successo che, dopo due stagioni al Teatro Jovinelli, l’impresa della Sala Umberto firmò con l’attore un contratto esclusivo per tre anni pagando a Giuseppe Jovinelli una penale di 8.000 lire. Nel 1915 si costituì la Compagnia dei grandi spettacoli di varietà Petrolini, che mise in scena le prime riviste petroliniane, Venite a sentire e Zero meno zero. Quest’ultima era stata confezionata da Luciano Folgore (sotto lo pseudonimo di Esopino) attorno ad un nucleo di personaggi tipici del repertorio petroliniano, fra i quali il celebre Fortunello, che suscitò l’entusiasmo dei Futuristi, in particolare di Filippo Tommaso Marinetti che definì Fortunello «il più difficilmente analizzabile dei capolavori petroliniani».
Petrolini, che pure si era burlato di Marinetti negli Stornelli maltusiani, si lasciò lusingare dall’ammirazione dei Futuristi, partecipò ad alcune delle loro “serate” e interpretò le sintesi di Marinetti, Corra e Settimelli. La collaborazione fra Petrolini e i Futuristi culminò in Radioscopia di un duetto, atto unico definito “simultaneità del teatro di varietà”, scritto a quattro mani con Francesco Cangiullo nel 1918. L’anno seguente, Mario Bonnard ne trasse un film dal titolo Mentre il pubblico ride, interpretato da Petrolini e Niny Dinelli.
Il repertorio di Petrolini si arricchì, a partire dagli anni venti, con una serie di commedie di autori italiani, scritte appositamente per lui o adattate alla sua comicità. Petrolini adattò a sé commedie di autori come Alfredo Testoni, Renato Simoni, Roberto Bracco, Luigi Antonelli, Ugo Ojetti, Salvator Gotta, Fausto Maria Martini. Nel 1925, portò in scena un suo adattamento da Lumie di Sicilia di Luigi Pirandello, intitolato Agro de limone. Agli anni Venti risale anche l’incontro di Petrolini con Elma Krimer, che divenne la sua compagna e più tardi sua moglie.
L’avventura cinematografica di Petrolini era iniziata nel 1919 con la trasposizione cinematografica dell’atto unico Radioscopia di un duetto (di Petrolini e Cangiullo), portata sullo schermo da Mario Bonnard col film Mentre il pubblico ride. Negli anni trenta, con l’avvento del sonoro, Petrolini tornò al cinema. Nel 1930 fu il protagonista di Nerone di Alessandro Blasetti, un lungometraggio che, oltre a presentare alcune delle sue interpretazioni più note — Gastone, Nerone, Pulcinella — mostrava l’attore nel suo camerino. Nello stesso anno interpretò Cortile di Carlo Campogalliani, tratto dalla commedia di Fausto Maria Martini, con Dria Paola protagonista femminile. L’anno seguente fu la volta de Medico per forza, sempre per la regia di Campogalliani, con Tilde Mercandalli e Letizia Quaranta.
Oltre ad aver interpretato come attore le commedie di molti autori italiani, Petrolini firmò molte riduzioni di opere teatrali, da lui portate a nuova vita sulle scene italiane degli anni Venti e Trenta. La produzione del Petrolini commediografo si fece negli anni più ricca e complessa: dalle macchiette alle prime riviste, ai fortunati atti unici come Amori de notte e Romani de Roma, alle commedie degli ultimi anni: Gastone, Il padiglione delle meraviglie, Benedetto fra le donne, Chicchignola. Proprio in questi ultimi due testi, la drammaturgia petroliniana completa la sua evoluzione, e la comicità irriverente lascia il passo ad una riflessione più matura, allo stesso tempo amara e compassionevole, sulle debolezze umane.
Ormai affermato, Petrolini partì per una serie di tournée all’estero, in Egitto e nelle colonie italiane di Cirenaica e Tripolitania. Con la sua compagnia girò poi le principali città europee. A Parigi, ottenne quello che considera il più alto riconoscimento: venne invitato a recitare Medico per forza alla Comédie Française, tempio di Molière. Si esibì anche a Londra, al Little Theatre; a Berlino, al Kurfüstendamm Theater; a Vienna, al Komödie Theater.
Costretto ad abbandonare definitivamente le scene nel 1935 perché sofferente di una grave forma di angina pectoris, Ettore Petrolini morì all’età di 52 anni, il 29 giugno 1936: si racconta che ormai in punto di morte, alle parole incoraggianti del medico che lo visitava e che sosteneva di trovarlo ristabilito, Petrolini rispondesse: «Meno male così moro guarito». La salma, vestita con il frac del suo notissimo Gastone fu tumulata presso il Cimitero del Verano. Il 19 luglio 1943, nel corso del primo bombardamento di Roma, un ordigno colpì la sua tomba, una cappella rettangolare, spezzando il busto di marmo e danneggiando gravemente la cassa contenente i resti dell’attore.

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