L’Editoriale di Novembre. C’E’ POSTA…PER NOI!
“Carissimo Pin…uccio” (per un attimo ho avuto la sensazione di essere Dorelli e di scrivere al personaggio di Collodi, perdonami).
Mi permetto di scriverti perché sono, davvero, arrivato ai limiti della sopportazione e di conseguenza non mi resta altro da fare che affidare il mio disappunto a lettere che invio a destra e manca a chi si occupa di me con l’intento di risolvere, ma sarà difficile, una situazione incresciosa che va avanti da tempo immemore.
Ah… chiedo scusa… devo presentarmi. Mi viene da ridere perché come comprenderai, proseguendo nella lettura, chiedo il rispetto di un ormai disatteso galateo e poi sono il primo a non ottemperare fin dall’inizio.
Mi chiamo Italiano Teatro e mi rivolgo a te per sottoporti un problema che ben conosci (tu e gli amici della UILT vi occupate di me da tempo).
Vorrei tanto che queste mie parole non cadessero nel vuoto ma, ormai, le mie speranze sono affievolite e continuano la loro parabola discendente verso lo zero assoluto.
Vengo immediatamente al punto… ecco… dovrei dire al “puntuo” per introdurre la mia disperazione nei confronti di qualcosa che pervade la mia esistenza e contraddistingue non poco il mio essere in vita.
La puntualità o meglio, la non puntualità! Se ci fai caso, caro amico, non ho parlato di ritardo ma di puntualità. Sembrano, fondamentalmente la stessa cosa, i diversi lati della medesima medaglia, ma non è affatto così.
Il ritardo può essere causato da un imprevisto, da qualcosa che ci si presenta nell’esistenza quando meno lo desideriamo e soprattutto dipende da fattori esterni che, non sempre, siamo noi a causare.
LA PUNTUALITA’ no!!! La puntualità è un concetto personale, intrinseco nell’essere di ciascuno di noi, la puntualità o la si ha o non la si ha ed è proprio questo il grosso problema che mi attanaglia da sempre.
E’ mai possibile che quando qualcuno viene a trovarmi sia sempre e puntualmente (strana contraddizione) NON PUNTUALE!
E’ mai possibile che da me non si riesca mai ad essere pronti a non disattendere quella elementare regola di un galateo che impone, innanzi tutto, modi e forme comportamentali che trasudano rispetto e, considerazione?
Perché il mio pubblico è volutamente non puntuale… me lo chiedo da sempre e non riesco a darti una risposta esaustiva. Forse vengo considerato meno di altre forme di spettacolo, forse valgo meno di un concerto, di una proiezione… non penso…. Allora da cosa dipende? Da una abitudine? Che brutta cosa… che brutta abitudine!!
La non puntualità è mancanza di rispetto, nei miei confronti, verso chi mi rende vivo in quel particolare frangente (gli attori), verso chi mi ha voluto (organizzatori e/o impresari), ma soprattutto verso la stessa parte di pubblico che ha rispettato la puntualità.
Non pretendo l’osservanza del galateo teatrale che vorrebbe la presenza del pubblico almeno 20 minuti prima dell’apertura del sipario, ma arrivare 15 minuti dopo l’orario previsto (tanto il teatro è sempre in ritardo) mi pare davvero poco rispettoso.
Non sono io ad essere in ritardo, non lo sono mai, non lo sono mai stato fin dalla notte dei tempi e non ho contribuito in alcun modo a questa pratica ormai ampiamente diffusa… siete solo voi i veri e gli unici colpevoli e questa vostra mancanza, nel tempo, ha creato questo effetto “rolling stone” per cui il ritardo accumula ritardo fino ad arrivare a situazioni, talvolta, davvero surreali con attori pronti all’epica messa in scena e gli organizzatori che ti avvisano che sono costretti ad aspettare lo scorrere dei 15 minuti accademici che, talvolta, manco bastano!
Non ne posso più credimi, sono davvero sconfortato e deluso!
Non è un problema attuale, lo so bene. Immagina che nel ridotto del Teatro Marenco di Ceva è affissa una locandina del 1890 che reca l’inizio spettacolo “ALLE ORE 8 PRECISE”!. Quindi ti confermo che già 130 anni fa imperava questa strana e irrispettosa abitudine.
Carissimo Pin…. (mi stavo nuovamente sbagliando).. Pinuccio…. Tu e gli amici della UILT, che dite tanto di amarmi (e ne sono profondamente sicuro), avete voglia di combattere questa battaglia al mio fianco per “educare” il mio pubblico alla puntualità?
E’ una lotta civile e rispettosa che dovrebbe essere inutile, ma non lo è perché sta diventando oltremodo necessaria.
Armiamoci (di pazienza e tenacia) e partiamo (cantinelle in resta), per contrastare i nemici della puntualità. Ne gioverò io, vecchio teatro, il pubblico stesso, gli attori ed il vivere civile… ne sono sicuro!
Sorrido pensando a quanto asseriva un mio vecchio e validissimo frequentatore, Sir Peter Ustinov, che pur cittadino della corona britannica, soleva asserire: “Immagino l’inferno in questo modo: la puntualità italiana, l’umorismo tedesco e il vino inglese”.
Penso, davvero, non vi sia nulla di peggiore di questa combinazione.
Conto sul tuo aiuto e su quello, sempre prezioso, degli amici tutti della UILT Piemonte Aps!
A presto e grazie.
Italiano Teatro
Ricevo e pubblico… puntualmente, “ça va sans dire”!
Pin… uccio Bellone



